Architettura a quattro ruote: le proposte di BMW e Carlo Ratti - ISPLORA
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Architetture e innovazioni su ruote

Innovazione

Dalla Dymaxion Car alla versione su ruote del Bauhaus fino a GUIDO, il bar senza conducente progettato da Carlo Ratti.

Correva l’anno 1933 quando l’architetto-inventore Richard Buckminster Fuller presentava al mondo il suo avveniristico prototipo di automobile: la Dymaxion Car. Il nome "Dymaxion" fu dato da Fuller a differenti progetti, dall’auto all’abitazione prefabbricata "Dymaxion House", il tutto per sottolineare l’idea di un progetto più ampio di miglioramento delle condizioni di vita dell'uomo: la "Dymaxion philosopy". Il termine "Dymaxion" è in realtà un composto di tre parole: DY (dynamic), MAX (maximum) e ION (tension).

La Dymaxion Car rappresentava un esperimento radicale per il tempo, basti pensare che un anno prima nel 1932 veniva presentata la Fiat 508 Balilla. L’auto di Bucky Fuller era qualcosa di diverso, ispirandosi alla progettazione degli aerei nella forma aerodinamica e nei materiali, raggiungeva velocità impensabili per il tempo e soprattutto proponeva 3 ruote. La storia, però, non ha dato ragione al progetto futuristico del designer americano e di quel modello rimane solo il prototipo. Oggi, a distanza di quasi un secolo dalla Dymaxion, ci troviamo di nuovo davanti ad un periodo in cui vi sono molte proposte di veicoli innovativi, spesso progettati da architetti di fama mondiale o da grandi marchi.

Un caso ancor più emblematico è la scelta del collettivo berlinese Savvy Contemporary che, in occasione del del centenario del Bauhaus e all’interno del progetto SPINNING TRIANGLES va otre la celebrazione “museologica” e cerca di testare l’eredità contemporanea dell’insegnamento della scuola moderna. Il progetto è un piccolo edificio mobile di 15 metri quadrati che riprende in scala l’iconica immagine dell’edificio scolastico di Walter Gropius, costruito nel 1919 per rappresentare al meglio i principi e i valori della lezione moderna. Le pareti in vetro e acciaio sono le stesse, così come i caratteri tipografici. Solo all’interno, al posto del laboratorio, c’è uno spazio quasi domestico, utilizzato per mostre e workshop, oltre a una sala di lettura alle cui pareti fanno bella mostra i libri che tracciano la storia e l’eredità del Bauhaus.

Savvy Contemporary porta in scena una “Wohnmaschine”, una “macchina residenziale”, che ha l’obiettivo di portare alla luce e discutere temi globali come l’ingiustizia e la violenza ridiscutendo il ruolo del design all’interno delle realtà sociali e politiche.




Caso diverso per la proposta di BMW e The North Face per la roulotte del futuro. Oltre al design, che ricorda le piccole roulotte a forma di lacrima degli anni ’30, l’innovazione sta nei materiali utilizzati. In particolare, la copertura è realizzata in Futurelight: un nuovo tessuto con fori nanometrici che permettono la traspirazione senza far passare l'acqua, garantendo così lo scambio d’aria con l’esterno e l’impermeabilità per difendersi dagli agenti esterni. Il progetto, sviluppato dal centro di design della BMW (Designworks), muove dall'idea di avere un mezzo in grado di ospitare e proteggere una o due persone e che possa essere trainato anche da auto piccole anche in tratti di fuoristrada.

Funzione che diventa fondamentale nella proposta “Nova pod” di Work & Co per un ufficio co-working su ruote. In questo caso, l’idea è quella di poter spostare l’ufficio – una roulotte – in qualsiasi luogo, grazie anche ai pannelli solari che forniscono l’alimentazione per la cucina e per tutti i dispositivi utili al lavoro. Se gli interni riportano uno spazio floreale, materico, l’esterno presenta due grandi vetrate apribili sui lati lunghi che permettono al guscio di dischiudersi verso il paesaggio.

Come affermato da Ratti “in questo momento, in molte città, le piccole aree centrali sono piene di vita mentre solo pochi passi più aree periferiche sono vuote e senza vita, e talvolta non sicure. GUIDO offre un'alternativa, immaginando che diverse parti della città possano essere attivate dall'opportunità di godersi il proprio tempo libero per le proprie strade.”



Il progetto di CRA rappresenta non solo un altro passo verso una sempre maggiore autonomia nella mobilità ma al contempo incarna perfettamente il paradigma della city-on-demand. Così gli architetti tornano a pensare al movimento, immaginando alternative, progettando veicoli innovativi che assomigliano ad architetture, costruendo allestimenti mobili e spazi itineranti per il lavoro e lo svago.

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