Studio lamantide: l'analisi di tre progetti fra design e restauro - ISPLORA
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Spazi e oggetti, architettura e design

Progetti

Lo studio lamatilde: progetti innovativi e identitari, dove si fondono il linguaggio compositivo del costruito, con quello visivo, della nuova identità dell’azienda.

Spazi sempre diversi, interni e prodotti, che si configurano in arredi e forniture finemente cuciti sui vestiti di nuovi hotel e case, ristoranti e negozi, musei e fiere. Questa è la traiettoria progettuale dello studio lamatilde di Torino, un ibrido tra architettura e design, che negli ultimi anni sta portando nel mondo una proposta culturale e concettuale innovativa. Il collettivo si presenta come uno “studio di progettazione che costruisce – davvero. Design, strategia e comunicazione sono i suoi strumenti”, muovendosi lungo quattro temi, o categorie, di progetto: spaces, visuals, things e culture.

Lamatilde è nata nel 2017 dalla fusione di yetmatilde, studio di design e comunicazione fondato da Michele Cafarelli, Sandro Rizzo, Marco Ruffino e Silvio Tidu, con lo studio di architettura LAM (Luca Macrì), dopo anni di collaborazione in cui l’esperienza ha portato i soci a convergere su valori e metodi di lavoro comuni.

Studio lamatilde: un lavoro basato sulla specificità del progetto, sulla strategia di comunicazione e posizionamento e sulla sperimentazione tecnica, formale e produttiva

Nella proposta di lamatilde i progettisti hanno l’ambizione di proporsi come general contractor: un’unica interfaccia che porta il progetto dal concept alla realizzazione, assicurando qualità, controllo dei costi e coerenza tra tutte le fasi di lavoro. Negli ultimi mesi molti sono stati i progetti terminati dallo studio, dalla serie di negozi per Gaudenti 1971 al restyling di Villa Crespi dello chef Cannavacciulo, fino all’ultimo progetto per un’abitazione privata a Lugano (Casa TRBC). Spazi che continuano, o meglio rafforzano il percorso, che unisce l’architettura con la costruzione di una visual identity: dai ristoranti di cucina giapponese “Japs!” ad “EDIT” dove un’ex fabbrica viene recuperata per farne un polo gastronomico per l’intera città di Torino, fino all’esperienza per il “Truffle Bistrot” del Relais San Maurizio 1619 nelle Langhe, dove emerge forte il dialogo fra l’ampliamento e la struttura storica del monastero.

Casa TRBC: design di uno spazio minuto



Nel progetto per la Casa TRBC prende forma un interno continuo, uno spazio unico, scandito da una ritmica funzionale che connette le diverse zone dell’abitazione. Al centro di questo ragionamento che serve a dare continuità spaziale vi è l’elemento della boiserie, che al contempo maschera le pareti in cemento armato, isola la zona notte con un’anta mobile e nasconde la cucina, rendendo la zona giorno un ambiente completamente flessibile.



Altro elemento, oltre al mobilio, che garantisce il continuum spaziale è la doccia che fa da filtro fra la zona notte e quella del bagno. Attraverso l’intervento di lamatilde, uno spazio minuto acquisisce valore attraverso la flessibilità, aprendo ad usi e conformazioni diverse per mezzo degli elementi d’arredo, senza murature o porte. Nella Casa TRBC la cura dei dettagli è il fulcro del progetto: da quelli più piccoli del mobilio a quelli della composizione complessiva dello spazio.

Gaudenti 1971: recupero dell'esistente nel nuovo



Discorso analogo per i tre negozi di Gaudenti 1971 a Torino. Gaudenti 1971 è un nuovo format che unisce la dimensione della pasticceria italiana a quella più internazionale della bakery, a partire da questo nuovo format è partito il lavoro di definizione dello spazio, che aveva il duplice obiettivo di rispettare i valori della cultura tipicamente italiana e la volontà di rinnovamento. La traduzione di questo approccio sta in un attento recupero dell’esistente, integrato nei nuovi allestimenti, e nel nuovo motivo grafico che connota i diversi negozi del gruppo.



La nuova immagine è data dall’uso di velluti e legni blu, che servono anche ad assicurare una nuova e immediata riconoscibilità del marchio, altri materiali – come l’ottone spazzolato – hanno ispirazione “nobile” ma vengono trattati in maniera nuova, per conferire sobrietà all’intero apparato decorativo. I progetti di interior per Gaudenti 1971 mostrano un particolare rapporto con la preesistenza, una sorta di rispetto che affiora in maniera più evidente nel restyling di Villa Crespi.

Villa Crespi: reinterpretazione

La villa, in stile moresco, trae ispirazione dagli edifici dei paesi mediorientali e fu costruita nel 1879 dall'imprenditore Cristoforo Benigno Crespi ad Orta San Giulio. Un rapporto con il contesto, quello adottato dallo studio lamatilde, “rispettoso” dello stile eclettico della residenza, ma che al contempo orientato alla sua reinterpretazione. L’intervento si struttura contaminando ciò che già esiste con la progettazione di nuovi elementi, inserendosi nel solco dei progetti passati che hanno reso Villa Crespi un'elegante “stravaganza” architettonica, come affermato dai designer torinesi. L'allestimento si concentra sulle sale del ristorante, sul cocktail bar e sul giardino, giocando con l'accostamento di molteplici materiali. Nelle sale, mentre il tono delle pareti viene attenuato, il sistema di illuminazione viene riconcepito al fine di rendere gli ambienti più intimi e scenografici. 



Infine, le installazioni sono oggetti ibridi che sfumano dallo specchio al vetro, riflettono e lasciano trasparire l'architettura circostante. Nel cocktail bar, il bancone scultoreo e prezioso è in marmo di Carrara del tipo Calacatta Oro, con base in lamiera e bottigliera in ferro nero, costituendo così l'elemento più connotante dell'allestimento. Mentre nel giardino, in accordo con lo stile moresco della villa, vengono create 6 isole di verde a completamento della nuova pavimentazione.



Il tutto intrecciando sempre le opere “architettoniche” con lo studio e la progettazione di tutti gli elementi di arredo: dai centrotavola alla panodora, sino ai tavolini. Villa Crespi restituisce appieno l’approccio generale dello studio lamatilde, dove emerge ancor di più la proposta innovativa e comprensiva che si basa sulla fusione fra il linguaggio compositivo, del costruito, con quello visivo, della nuova identità dell’azienda, dagli arredi agli oggetti, dall’architettura al design, e alla grafica.

Sito web: http://matilde.it/


Photo Credit: ©Pepe Fotografia ©Studio lamatilde

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